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mercoledì 19 ottobre 2005

Relazione programmatica 2006


Il documento programmatico approvato dall'assemblea dei soci.
Categoria: Documenti
Pubblicato da: Gianluigi Coppelletti

Care Socie, cari soci.

La nostra associazione si trova ad attraversare un momento particolarmente difficile e impegnativo.
Siamo alla vigilia di un congresso nazionale, che si terrà a metà novembre in Sardegna, il quale probabilmente si concluderà con la riconferma di gran
parte degli attuali dirigenti nazionali e degli orientamenti programmatici finora seguiti dalla presidenza di Tommaso Daniele.
Questo prevedibile risultato non è del tutto rassicurante per la nostra Unione che è percorsa da un profondo malessere che si manifesta con la sempre maggiore
lontananza e indifferenza delle giovani generazioni di ciechi e ipovedenti dall'impegno associativo i quali spesso cercano e promuovono altri luoghi di
aggregazione e partecipazione sociale.
Segnali evidenti di queste difficoltà sono i continui e contraddittori rabberciamenti statutari fatti in questi ultimi anni che non hanno saputo consegnarci
una Associazione capace di interpretare efficacemente sul piano politico e su quello organizzativo le istanze di rinnovamento provenienti dalla società
in costante e vorticosa trasformazione.
Molto spesso si è pensato di risolvere la perdita di consenso e di partecipazione con la proliferazione di istituzioni ed organismi mal congegnati e peggio
funzionanti.
Troppo spesso si sono lasciate marcire iniziative importanti per vecchie abitudini di molta parte dei dirigenti territoriali inclini a comportarsi più
come burocrati parastatali che come militanti impegnati ad affermare una idea di società inclusiva, libera e progressiva, dove chiunque, e quindi anche
i ciechi e gli ipovedenti, possa sentirsi veramente partecipe in piena autonomia, protagonista della propria esistenza come individuo e come cittadino.
Certamente molte responsabilità di questa deprecabile situazione sono da attribuirsi anche ad altri soggetti presenti all'interno e fuori del mondo della
disabilità visiva, spesso ispirati pregiudizialmente soltanto da stitici e anacronistici risentimenti personali nei confronti dell'Unione o legati a vecchie
formule e vetusti particolarismi del tutto superati e ormai inservibili per rispondere alle diffuse esigenze di una società multiforme, globalizzata e
tecnologicamente avanzata, che non tollera più di essere compressa in strutture chiuse e monotematiche, curiosa e desiderosa di contaminarsi socialmente
e culturalmente.
Anche i ciechi e gli ipovedenti, soprattutto quelli più giovani, si sentono a pieno titolo parte di questa società, rivendicando il diritto di accesso
in piena autonomia a tutte le opportunità che essa offre, senza filtri o protezioni superflui, poichè sono e vogliono sentirsi cittadini a tutti gli effetti,
con gli stessi doveri ma anche con gli stessi diritti degli altri, primo fra tutti quello alle pari opportunità pur nelle differenti condizioni, così come
dispone la Costituzione italiana.
Però, nonostante la confusione sul presente e le incertezze sul futuro della nostra associazione, noi abbiamo continuato ad impegnarci quotidianamente
in tutte le sedi possibili per corrispondere in maniera adeguata alle tante richieste di assistenza e di sostegno, di orientamento e di formazione,sottoposteci
dai ciechi e ipovedenti parmensi, convinti che le soluzioni ai problemi vanno cercate ogni volta con caparbietà ma senza schematismi fuorvianti, sapendo
coniugare accortamente il coraggio dell'innovazione e la prudenza degli obiettivi perseguiti.
La nostra esperienza, ormai pluriennale, ci dice che, per quanto negli anni molti ostacoli siano stati abbattuti, la strada per la piena e autonoma integrazione
delle persone con disabilità rimane lunga e perigliosa, cosparsa di innumerevoli impedimenti dovuti sempre più spesso alla negligenza e alla superficialità
di chi sarebbe preposto a rimuoverli, sempre più insopportabilmente disattesi non tanto per mancanza di risorse quanto per ottusità o per inaccettabili
scelte degli operatori i quali ancora troppo spesso continuano a considerare l'accessibilità come un inutile orpello, un limite di cui disfarsi velocemente,
piuttosto che il diritto di ciascuno ad esserci e vivere dignitosamente e agevolmente nel mondo di tutti.
Così, nonostante le leggi ormai stagionate sull'abbattimento delle barriere architettoniche ed ambientali, ci ritroviamo con strade impraticabili, ingombre
di ostacoli, prive di adeguate segnalazioni, piene di trappole per chi osa avventurarsi da solo per la città.
La cosa più incredibile è che si debba tornare ogni volta daccapo, spiegare ripetutamente come e dove collocare i semafori sonori, le segnalazioni degli
attraversamenti, i percorsi tattilo-plantari.
E poi ci ritroviamo con rotonde che forse agevolano il traffico ma sicuramente impediscono la circolazione dei ciechi e degli ipovedenti ma anche di tutte
quelle persone che non siano agili atleti non ostacolati dagli acciacchi dell'età o da borse e passeggini per bambini, oppure, caso verificatosi a Parma,
di ritrovarsi due imponenti pali elettrici nel bel mezzo del marciapiede.
Così come sempre più spesso, noi ci ritroviamo a dover tentare di rispondere con le nostre ben magre risorse alle tante e tutte urgenti esigenze dei nostri
associati che non riescono a ottenere quanto loro occorre da parte delle istituzioni preposte, oltretutto a volte del tutto ignare dei problemi e delle
soluzioni disponibili, che se ne liberano ricorrendo al principio di sussidiarietà che diventa invece quello di pura e semplice supplenza, poichè il solo
risultato raggiunto è quello di scaricare sulle famiglie e sul volontariato, come quello dell'Unione, il compito di provvedere a quelle che sono precise
incombenze pubbliche, ovviamente risparmiando sui costi.
Questo accade rispetto alla scolarizzazione dei nostri ragazzi, rispetto alla loro integrazione nel mondo del lavoro e del tempo libero, rispetto alla
mobilità per la città, sia riguardo ai mancati o inadeguati adattamenti dei percorsi stradali e delle segnalazioni acustiche, sia riguardo alle sempre
ribadite e mai mantenute promesse di dotare gli autobus cittadini di opportune segnalazioni vocali, sia riguardo al servizio taxi diffuso ed efficiente
in molte altre città, rispetto ai nostri anziani ancora in buone condizioni personali ma soli e bisognosi di servizi quotidiani, a volte anche solo di
compagnia, e destinati inesorabilmente a forme di istituzionalizzazione forzata.
L'elenco potrebbe diventare molto più lungo ma non cambierebbe affatto il giudizio sull'operato delle nostre istituzioni che, salvo rare eccezioni, sembrano
tutte impegnate a farsi lo sgambetto reciprocamente invece di interagire e produrre servizi e iniziative coordinate e funzionali alle vere e ripetutamente
manifestate esigenze dei cittadini più deboli e per questo doverosamente più meritevoli di vigile attenzione.
L'assemblea di oggi apre di fatto l'attività programmatica del nuovo Consiglio sezionale e di questa presidenza.
E' mio intendimento cercare in questi prossimi anni le risposte chiare e in tempi certi ad alcune questioni importanti che stanno diventando ormai improrogabili.

- Anzitutto una nuova e migliore sistemazione della sede sociale, che si è rivelata sempre più inidonea all'uso associativo e che perciò andrà cambiata,
ovviamente assicurando il massimo possibile di funzionalità rispetto ai servizi forniti ai soci e al pubblico in generale.
- Un nuovo e più soddisfacente sistema per il reperimento delle risorse, che purtroppo vanno continuamente scemando e ormai non sono sufficienti nemmeno
ad assicurare l'ordinario funzionamento della struttura associativa.
- Una più precisa pregnante ed efficace comunicazione verso l'esterno delle attività dell'Unione che renda massimamente visibile la nostra associazione.
- La promozione di iniziative a sostegno della prevenzione delle malattie visive disabilitanti, coinvolgendo tutte quelle categorie di operatori che si
trovano a contatto con le famiglie e i bambini sin dalla più tenera età, per assicurare a chi ne abbia necessità un percorso informato e costante sui servizi
disponibili e sulle modalità di riabilitazione e rafforzamento delle abilità visive residue.
- Il rilancio dell'IriFoR, poichè consideriamo molto importante che l'Unione torni ad occuparsi di formazione, rivolta sia verso gli insegnanti che verso
genitori e ragazzi, per offrire il contributo di conoscenze e competenze, accumulate dalla nostra organizzazione in decenni di esperienza sul campo, anche
perchè assistiamo con rammarico e preoccupazione al degrado che si va diffondendo in questo ambito, lasciando che ognuno si debba arrangiare alla meglio,
provocando danni e ritardi nella formazione dei giovani ciechi e soprattutto degli ipovedenti, i quali poi scontano queste carenze quando tentano di entrare
nel mondo del lavoro.
- Una grande attenzione riteniamo di dover porre al momento della socialità che deve aprirsi a tutta la città, promuovendo opportune occasioni d'incontro
per conoscere e farsi conoscere e in tal modo ridurre le distanze tra le persone, superando pregiudizi e stereotipi che ostacolano la reale comprensione
e la proficua collaborazione tra gli uomini e le organizzazioni.
Per questo continueremo a essere presenti ed attivi in Forum Solidarietà e in tutte quelle situazioni che ci consentano di esprimerci liberamente e fattivamente.
- L'ampliamento e l'articolazione sul territorio dei servizi offerti dall'associazione, attivando punti di riferimento anche nelle principali cittadine
della provincia parmense.

Perchè questi nostri intendimenti possano trasformarsi in fatti, occorre il massimo di impegno di tutti i dirigenti della nostra sezione ma anche di ciascun
socio e di ciascuna socia, i quali potranno contribuire con la propria intelligenza e col proprio impegno a sostenere e sollecitare l'azione della presidenza,
per farci andare spediti e sicuri verso gli obiettivi che ci siamo proposti e che intendiamo realizzare.
Un significativo sostegno alla nostra opera sappiamo di poterlo ricevere dai tanti generosi ragazzi che stanno svolgendo presso l'Unione il servizio di
volontariato civile e per questo noi desideriamo qui rivolgere a tutti loro un sentito ringraziamento e l'augurio che questa esperienza risulti per loro
altrettanto proficua quanto lo è sicuramente per tutti noi.
Porgendo un sincero ringraziamento a tutti gli amici e collaboratori che hanno consentito in questi mesi all'Unione di operare serenamente e laboriosamente,
vi faccio e mi faccio l'augurio di un buon lavoro, con l'auspicio di ritrovarci qui l'anno prossimo tutti e magari ancora più numerosi a contare con soddisfazione
i successi raggiunti.



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